L’associazione opera attivamente in favore della pesca no kill nel territorio provinciale di Rovigo da diversi anni. Grazie al volontariato dei soci, e grazie alla collaborazione con l’Ufficio Pesca della provincia di Rovigo, le amministrazioni locali, la Regione Veneto ed associazioni che perseguono scopi affini, sono stati realizzati numerosi ed importanti interventi. Tra questi vi è la creazione nel 2018 dei tratti di pesca no kill nei canali Scortico e Malopera, per un complessivo di 14 km. Nel biennio 2018-2019 è stata inoltre ripristinata buona parte della tabellazione negli esistenti tratti del territorio provinciale. Tabellazione che continua nel 2020.
Nei tratti tutelati sono state inoltre realizzate ogni anno a partire dal 2017 semine di avannotti della specie luccio italico, persico reale e tinca. Anche dal punto di vista divulgativo l’associazione opera in favore della pesca no-kill, organizzando serate, convegni ed attività didattiche. Nel 2019 è stato realizzato con il contributo finanziario della Regione Veneto il progetto “La pesca no kill, dalla scuola al fiume”.
Di recente, nel mese di Gennaio 2020, l’associazione ha elaborato su larga scala a livello provinciale un attento e mirato elenco dei possibili canali e tratti da tutelare. Il polesine infatti, seppur in zona ciprinicola, non è privo di corsi d’acqua caratterizzati una buona qualità biologica. In alcuni casi, confrontando la Carta Ittica provinciale del 2010 con le precedenti, emergono situazioni in cui la qualità biologica dell’acqua in fascia verde e gialla è stabile o in progressivo miglioramento. Questi corsi d’acqua più pregiati sono in netta controtendenza rispetto al progressivo peggioramento generale dello stato di salute dei corsi d’acqua, evidenziato dall’aumento degli ambienti molto e fortemente alterati (fascia arancio e rossa).
L’elenco dei tratti più pregiati, per un complessivo di 65 km all’interno della provincia di Rovigo, è stato inviato alla Regione Veneto, copiando l’ufficio territoriale di Rovigo e l’ente preposto alla realizzazione della nuova Carta Ittica regionale. Il fine è quello di poter includere anche questi tratti nella nuova Carta Ittica di prossima realizzazione, tutelandoli in primo luogo dal punto di vista della fauna ittica e allo stesso tempo limitandone l’azione di pesca.
Oltre ai tratti, l’associazione ha infatti suggerito una serie di provvedimenti da adottare all’interno delle zone, tra questi il rilascio in acqua vivo di tutti gli esemplari delle specie ittiche autoctone pescate (quali ad esempio luccio, persico reale, tinca, cavedano e anguilla); il divieto invece di reimmettere nel corso d’acqua tutti gli esemplari delle specie ittiche alloctone pescate (quali ad esempio siluro, lucioperca ed aspio). Per ciò che riguarda l’azione di pesca più nello specifico, l’associazione ha inoltre suggerito di consentire la pesca solo ed esclusivamente con amo singolo privo di ardiglione o schiacciato; di rendere obbligatorio l’utilizzo del terminale per la pesca con esche artificiali, di vietare come esca l’utilizzo del pesciolino vivo o morto; ed infine di non consentire all’interno delle zone no-kill la pesca di professione.
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